Il Borgo di Orzivecchi

Antico feudo Martinengo

La storia

La località conosciuta come “Orzi”,  prima dell’arrivo di Roma era abitata da popolazioni celtiche e galliche. Ne è prova inconfutabile il ritrovamento presso la cascina Bruciato di una vasta necropoli con inumazioni di epoca celtica e romana. Inoltre, gli scavi archeologici del 2018 presso la Pieve di Bigolio, hanno confermato  che questo  era  un luogo di mercato e una via di grande comunicazione tra Brescia, Lodi  e Pavia. La zona venne centuriata dai romani verso la fine del primo secolo a.C. e con ogni probabilità venne costruito un avamposto a difesa del Fiume Oglio. Nei primi secoli del Cristianesimo, poco lontano dal borgo, sulle vestigia di un sito pagano, nacque la Pieve di Bigolio che resse per secoli un vasto territorio comprendente diverse cappelle minori.

Orzi fu il primo castello eretto in questa zona a difesa dell’Oglio da parte del comune di Brescia. Col tempo si dimostrò inadeguato e  nel 1193 si decise di fondare un nuovo castello in località San Giorgio, venne chiamato Orzi-nuovi in onore dell’antico borgo che  prese il nome di Orzi-vecchi.  

Nel 1433 il Doge di Venezia concesse l’investitura feudale del borgo di Orzivecchi ai conti Marco e Cesare Martinengo con l’obbligo di provvedere al miglioramento del borgo, di aumentare di almeno un terzo il beneficio parrocchiale e di provvedere al restauro della chiesa cadente e bisognosa. La famiglia Martinengo ingrandì il Borgo, fece costruire, per difesa, una fossa circolare con muraglie, ne fece anche la residenza della propria famiglia per molti secoli costruendo diversi palazzi sia nel borgo che nelle proprietà di campagna (Cesarina, Cadevilla). A Orzivecchi restarono due rami principali della famiglia Martinengo: Il Ramo Novarino dei Silla, proveniente dalla divisione dei Cesaresco, e il ramo dei Martinengo-Cadevilla che elesse la propria residenza nel palazzo di Cadevilla. I Martinengo si estinsero nell’ottocento a il borgo seguì poi le vicende legate al Regno ed alla Repubblica italiana.

Luoghi di interesse

  • La cerchia delle fosse: circondava il borgo per circa un chilometro, il percorso delle fossepermette di individuare alcuni suggestivi scorci del centro storico;
  • La Cappelletta dei Morti: antico cimitero della comunità donato dalla famiglia Martinengo, oggi ha la funzione di monumento ai caduti di tutte le guerre. Conserva una bella Madonna del Carmine di Gaetano Cresseri;
  • Canalizzazione cinquecentesca delle acque di scolo e irrigazione: il manufatto, composto da lastre in marmo di Botticino si trova a sud di piazza Milano e consentiva il passaggio delle acque sopra la fossa;
  • I Mulini: a Orzivecchi esistevano tre mulini ad acqua: quello dei Signori edificato sulla roggia Cesaresca appena fuori dalla porta orientale, il mulino della comunità costruito sulla roggia Battista in direzione Zurlengo, il mulino dei Cesaresco alla Cesarina edificato sulla roggia Marchetto.

Luoghi di interesse fuori dal borgo

  • La Cesarina: antico castello Martinengo Cesaresco con fossato e mura si trova a circa due chilometri a nord del borgo. Dagli storici viene considerata un borgo mancato, si presenta come una grande cascina, difronte al portone che anticamente era l’ingresso del castello, la chiesa dedicata a San Bernardo che sul portale porta ancora scolpita l’aquila simbolo della grande famiglia comitale;
  • Cadevilla: antico possedimento dei Martinengo ramo Cadevilla si trova a circa due chilometri a sud di Orzivecchi. Secondo il provveditore veneto Da Lezze agli inizi del milleseicento in questa località esisteva un bellissimo palazzo residenziale con magnifici giardini. Questa località è citata sulle carte geografiche che sono dipinte nei palazzi vaticani.

Curiosità

Una fossa senza coccodrilli, una carrozza nel buio (Pastori).

Altri luoghi

L’Oratorio e la Chiesa dei Disciplini di Orzivecchi

Durante il restauro, nascosta in un pilastro, è apparsa una bellissima Madonna del Latte, attribuita al pittore bresciano Paolo da Caylina il Giovane. Un grazie al muratore dell’epoca che ha avuto il coraggio di salvarla. “Nella controsoffittatura abbiamo trovato una tela col buco”, così i muratori annunciarono il rinvenimento della tela di Grazio Cossali che ora contorna la Madonna della Disciplina. Ecco svelato l’arcano della sua scomparsa.
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La Pieve di Bigolio

A Bolgolio, Terzo Donnedo, figlio di Tertullo, sciolse il voto volentieri, meritatamente. Questa è l’iscrizione apposta sull’ara romana in marmo di Botticino reimpiegata come pietra angolare dell’antica basilica del V secolo d.C. Appoggiata al muro del battistero di San Giovanni una tomba in mattoni con copertura alla cappuccina celava lo scheletro di un personaggio sepolto con il sudario. Un prelato o forse un priore della Pieve?
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La Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Nel 1754 Laffranco Baronio offrì la cospicua somma di 500 scudi “…al fare che questa chiesa resti adornata nelle vele e nei medaglioni di eccellente pittura”. La scelta cadde su Carlo Innocenzo Carloni primo pittore alla corte di Vienna. La scritta “Grati Cossalis Opus M.D.C.” con vicino un’aquila rossa in campo oro, stemma araldico della nobile famiglia Martinengo Cesaresco feudatari di Orzivecchi, si trova sul dipinto raffigurante la Madonna con Bambino e Santi.
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